martedì 26 maggio 2009

Premessi brevi cenni

"la senti arrivare nel preciso istante in cui il nulla decide di guidare le tue dita. Quasi nessun vigore nella battuta del tasto, è tra gli orrori dell'età moderna, ma concedi il gesto alla realtà ed ascolta nella memoria i ricordi dei rumori. Metallo su tessuto e tessuto su carta. L'inchiostro che sbaffava.
Consenti il passaggio agli impulsi, perchè sol loro sanno quale nervo, scoperto o no, far muovere. Sentiti libero di fidarti di te stesso. Pensa solo ad ampi e pieni respiri, goditi la bontà dell'aria nuova e non pensare al vento o al sole che verrà.
Se riesci racconta dell'orso che voleva il tuo cuore e di come l'hai cacciato. Non raccontar però delle ferite financo che sian diventate cicatrici da svendere."

mercoledì 20 maggio 2009

Musica Maestro

http://www.youtube.com/watch?v=Bomv-6CJSfM&feature=related

Mode (mary)

Sono le uniche mode che conosco. Quelle di un negozio nel mio paese in cui non sono mai entrato, neanche da bambino, neanche per sbaglio. Spiegarmi il perchè è ancora ad oggi un mistero.
Non c'ho visto mai nessuno, ma se è da vent'anni che lo vedo aprire ogni giorno, un motivo ci sarà.
Come gli armadi che variano al variare delle stagioni, e i modelli di tutto che cambiano di anno in anno. Fuori moda, il politicamente corretto imporrebbe di dire classico.
In questo il tempo e le persone non mi danno una grossa mano.
Come un pesce dentro l'acqua al minimo sentore di clima conosciuto, come lo stesso pesce direttamente sulla bracie in ogni altra sensazione. Posso concordare sul fatto che sia un difetto, innegabile che l'ho sempre avuto.
Poi vado di remake e mi dico che le mode passano e i classici rimangono, rivalutando sempre il loro prezzo.
Ergo vado di vintage, ovvero usato garantito.
Ottima giustificazione per tutto il tempo necessario a capire e a trovarne di my way.

domenica 17 maggio 2009

Calma e gesso

Ne serve e ne servirà.
Per scrivere e raccontare, per capire da dove iniziare. A volte neanche io lo so.
Pausa di qualche giorno in un diario di bordo che vive di sensazioni, o poco più. Alcune le ho fermate, o almeno c'ho provato. Vizio buono preso troppo tardi. Altre le ho vissute e lasciate sgattaiolare via, in attesa di riviverle, simili o uguali che siano.
La pigrizia nella comunicazione deriva direttamente dalla necessità di silenzio, per organizzare il pensiero, non sbagliare i verbi e gli accenti. Pensarne una per volta infondo infondo.
Mettici sopra le sensazioni nuove e quelle che di nuovo hanno l'altezza dell'interlocutore. Insospettabile ai tempi dell'analisi grammaticale, per quanto la camicia sia invece costante.
E che dire poi del vuoto nel momento della sveglia, o del sonno. E' lì che c'è il succo.
C'è la passione per qualcosa che assaporo nelle bestemmie della fatica, nella grinta che cerco di dare e di ricevere. Rituale tribale quanto si vuole, ma efficacie per sentirsi vivi.
Membra stanche, solita caviglia in alto per stanotte.
Radici che di ginseng hanno solo l'energia.


mercoledì 6 maggio 2009

Si, oggi si.

E' la risposta al chiedimi se sono felice. Risposta di circostanza, circostanziata per meglio dire.
Merito della mezza redbull e del vento che tira e che spazza lo scibile.
Forse. Anche perchè di scindibile c'è in effetti ben poco.
L'arte di trovare significanti in quasi tutte le parole e quella di scendere e salire scalini mai intuiti.
Si chiama gramattica applicata al cinismo. Ma che ne so io che dell'essere cinico?
So quello che vedo e quello che sento, ovvero poco (senza occhiali) e quel poco al gusto di caffè, al solito senza zucchero.
Sono felice? Si, ora si.

martedì 5 maggio 2009

Continuo a sorprendermi della normalità delle reazioni e delle azioni. Riesco ancora a stupirmi di ciò che evidentemente è la normalità. Sono forse limitato nei collegamenti ma la vista che ho non ne risalta in abbondanza.
Duro riniziare dopo qualche giorno di vera astrazione. Voluta o subita, asatrazione da tutto e tutti. Piacevole sensazione che non provavo di un pò.
La sveglia ed il viaggio. Il verde lussurioso della strada sbagliata e il blu invisibile del grattacielo che è un palazzo a punto. L'essere italiani nel midollo, e i sottocosta mentre uno s'è distratto.
Il giretto al lago e le bitumata con la faccia seria tanto la nutria non capisce.
Le cartoline che porco cane ho dovuto pure ricomprare, a saper del martedì manco le avevo spedite. La fourerriè e il parcheggio sicuro.
I pedaggi e l'ikea, l'assoluta voglia di non tornare ad una normalità che per quanto stupenda porta una punta di groppo, un pò più giù della gola.
A presto, mi verrebbe da dire 'sto cazzo, perchè qualcosa in francese l'ho imparato.
Perchè se la zuppa l'aveva preparata mia mamma glil'avevo tirata dietro, ma ora il problema è altro. Che poi problema non è. E' raccolta del seminato.
Piove. Adoro i campi di grano in questo periodo.
Verde. Meno lussurioso certamente, ma con un intenso sapore di casa e di nessun pensiero.