sabato 13 febbraio 2010

http://www.youtube.com/watch?v=TOfC9LfR3PI&feature=related

Vediamo a cosa credo.
Ai segnali, poco importa se di fumo o stradali. Alle parole, anche se non sentite. Alla musica, in particolare a quella con la quale vorrei svegliarmi. Credo alla mia logica, molto più di quanto credo in me. Credo al tramonto delle stelle, all'alba che le segue ed al fatto che vincerò: peluche o cos'altro è ancora tutto da capire.
Crede di ascoltare, ma per dover di verità avverto che su questo c'è giurisprudenza contrastante. Togliere le ultime lettere dalle parole fa figo. Direi di si, credo pure in questo.
Al vento, perchè segna il mio viso molto più delle mie esperienze. Al freddo perchè, così come soltanto alcune persone, lo sento. Sul dolore ho qualche perplessità, perchè l'infingardo tende a farsi dare per scemato col tempo. Siam tra adulti e per questo direi che, ora che mi ci soffermo un par di secondi, l'ultima affermazione è emerita stronzata.
Rimane l'affermazione perchè il principio è che non si cancella niente del flusso.
I Rem sotto, dopo big Luciano. Non che cerchi in loro l'ispirazione ma una mano la danno.
Ora esco. Strano ma vero. Di sabato esco.
Seppur non vedo l'ora di tornare. Tela da scrivere.

domenica 7 febbraio 2010

Vestito rosso

Di riflesso sulla comunicazione. Cercarne una, due, tre. Cercarne tante quante forme esistono il che, nel mio particolare caso, significa pressochè il tutto.
Quello sui confini avrebbe potuto essere discorso altro e parallelo, ma l'inciso è per chi ha piacer d'indendere. Allora, pensieri miei, s'inizia. Punto e a capo.
Vorrei capire, ascoltare, percepire e sudare tutto quanto son capace di assorbire. Intravedo il fatto che il flusso sarebbe, comunque, ben più forte e mi conosco. Forse è questo il primo dei miei problemi. Giù le barricate, siam sicuri mi domando. Qui si parla di merce rara, preziosa. Si parla anche di me.
E con me serve da esser bambini, innocenti e sicuri. Serve affermar l'evidenza e negare l'esistenza di ciò che non c'è. Servono le parole e le azioni. Per le omissioni son già apposto così.
Un volontario che mi racconti la realtà, quella senza distorzioni.
Quella in cui il sentito è legittimo, in cui l'oggettivo è il metro ed in cui io mi conosco.
Chiedo tanto, troppo. Conosco il prezzo di mercato e mi accordo di andare oltre. A voler far sconti per la particolarità del bene direi che si potrebbe arrivar al saldo.
Mamma diceva che è un dono. Mamma mente. Mamma è di parte.
Il dono è forse capire cosa scrivo. E' il fossato il vero ostacolo. Passato quello siam già bel belli che al bastione. Bastianazzo in mente, così random. Padron Tony, che non era quello dei Beave, a rimmetter piedi a terra.
Che poi, di riffa o di raffa, al tempo si torna. Sicuro anche questo preconcetto mio, ma tu dimmi che per capire serve il tempo. Per conoscere serve il tempo nel suo vestito migliore, la qualità.