lunedì 29 dicembre 2008

Neve

Fidarsi è bene non fidarsi - con l'intonazione nasale di Puffo Quatrocchi - è meglio.
Vita vissuta un quarto di secolo alla volta.
Battuta questa che per la seconda volta nell'arco della giornata ho fatto mia e riadattata. Come tutte le verità però eccola arrivare quasi per caso e segnare il punto.
Una velocità di vita, più che di crociera, nella quale non solo c'è la mia enorme pachidermicità nel cammino percorso, ma anche la lentezza celebrare con la quale capisco, motivo e giustifico i mie i errori. Un percorso tutto mio, che con la maturità raggiunta ha l'unica comunanza di essere antitetico.
Lentezza nei progressi, nella reiterazione degli errori.
Lentezza pura nel benessere. Perchè nonostante lo riconosca, lo veda e lo insegua, rimane troppo labile e sfuggente. Sento alcuni passi pesanti come se fatti con stivali di cemento.
Questo lo tollero. Mi sento in equilibrio su lastra di cristallo. Questo mi spaventa.
Ma sti cazzi.
Stanotte dormo e non ci penso. Domani mi sveglio è penso ad altro.
Nel frattempo mi dimentico e vivo i miei film, in cui stranamente sono sempre comparsa di rilievo. Venticinqueanni e non sentirli, così come non ne sentivo quindicini tempo fa.
Passeggiata in cui nonostante molte parole, come mia insana abitudine, molte le ho soffocate. Erano di rabbia e incomprensione. Ecco, una cosa l'ho capita. Si può non comprendere.
Non per questo si deve accarezzare e squotere la testa. Credo nel foglio di giornale sul muso.
Ma solo con le persone.
Credo purtroppo nel valore assoluto del bene. Nel prossimo, che mi proteggerà perchè sa che da Lui/Lei mi aspetto questo. Sbaglio. Recidivo e reiterato. Ne sono consapevole e già è metà problema risolto.
Rimane la durezza di fondo, dell'affondo, a voler esser puntigliosi.
Altra passeggiata invece salata. Un percorso tutto da scoprire, più ghiaggiato e ripido del primo. Rogaglia. Ci sono dentro. Sorrido aspettando la dentata.
Poi ancora, lo scazzo delle 18.35, perchè ad anni di distanza si dovrebbe imparare il non gradimento assoluto dell'ultima battuta della telefonata. Le forze per pensare ad altro.
Sti cazzi, ancora una volta, ma con il punto esclamativo in fondo.
Riccardo, la ricerca della felicità continua.

sabato 27 dicembre 2008

T'ho bloggato, parafrasando.

Puoi passare anni accanto a persone che non conoscerai mai.
Dopo qualche mese puoi aver imparato la pizza preferita, come prende il caffè, il genere di musica o, addirittura il suo numero di telefono a memoria. Non basta.
Possono però passare mesi, in questi anni, in cui la stessa persona impari a conoscerla, in cui sei fortunato e oltre a parlare riesci sopratutto ad ascoltare. Appunto sei fortunato.
Il più delle volte, e questo è il mio caso, le due cose non vanno di pari passo.
Realizzo di aver iniziato a conoscere qualcuno quando intuisco, prima che si avverino, quei piccoli movimenti del corpo che non danno la certezza dell'azione, ma la direzione.
Tutte risposte buone, non prevedibili, almeno da me, ma pur sempre buone.
Bella la sensazione quando ciò accade. Perchè una specie di nuovo mondo si apre.
Sapere che nonostante il tempo ancora c'è molto da capire e imparare rende l'idea.
Mi son perso, com'è ovvio che sia, in un pensiero più grande del punto di partenza.
Nessuna astrazione però, solo un pò di sinapsi che rendo la misura.
Il tutto per dire che a volte alcuni mesi superano in volume anni e giorni.
Più ci penso e più non mi sempre affatto poco. Non ci vuole davvero un mago.
Per cronaca, il caffè io lo prendo non macchiato solo dopo i pasti. Zucchero di canna che praticamente non giro, e appena posato il cucchiaino sul piattino giro l'impugnatura della tazza verso sinistra. Perchè questo è un mondo per destri.

venerdì 26 dicembre 2008

Vince il premio come miglior messaggio di auguri!

Testo di Massimo Bietta:

"Per questo Natale vi auguro il meglio: la salute, la gioia, bla bla bla..... Tutte cazzate!
Basta con queste troiate! Vi auguro scopate incredibili, orgasmi indimenticabili, roba da infarto, che lavori la metà e ti paghino il triplo, mille notti di piacere e che possiate vincere alla lotteria e diventare milionari.
Se lo inviate a 10 persone non succede un cazzo come al solito ma almeno farete sorridere qualche amico o amica".

Buon Natale a Tutti, perchè se leggete Ve lo meritate.

giovedì 25 dicembre 2008

Concerti

Location: casa mia, cucina. Pranzo di Natale.
Personaggi: tra gli altri, Zio Mario, Veronica mia cugina e Marco, mio fratello.

Scena:
Marco: Very ma poi ci sei stata al concerto di Baglioni? Perchè il biglietto costava una cifra!
Veronica: Si, ci sono stata, ma non sai lo zio quanto s'è arrabbiato!
Marco: E perchè non gli piace Baglioni?
Veronica: No, ma non è per il cantante, è per il principio del concerto!
Marco: Come?!
Zio Mario: Allora, quando Baglioni pagherà per vedere Mario passare trenta mentri di filo da alta tensione sottotraccia allora io pagherò per vedere lui cantare! Ma prima no!

Zio Mario, 52 anni, elettricista!

lunedì 22 dicembre 2008

Arte della guerra

Mi hanno spiegato che davvero dietro ad ogni cosa c'è una metafora. Tranne che dietro alla verità. In più mi hanno spiegato anche che saper intuire l'esigenza di comunicazione ed assecondarla richiede coraggio. Non è il mio caso. Posso ascoltare, arrivare a capire o intuire facilmente, ma i miei attacchi d'arte si limiteranno sempre al metodo.
Un cinque minuti sulla complessità dell'organizzazione ferroviaria in assoluto, sulla necessità di buoni orologi. Un pomeriggio intero da Stalio e Olio.
L'uno come vestito da Sergio Leone, l'altro as soon as Kobe Briant in vacanza.
Trottole impazzite in cerca di uno stile, con la paura di offendere quelle stramaledette commesse che alla pronuncia di "però chiari per favore!" capivano "nero corvino", costringendoci a prove di recitazione da oscar.
In mezzo un pomeriggio passato a modo nostro, che ricarica e ci ricorda.
Perchè la Mikado non è quella dei bastoncini al cioccolato, e perchè il sottovuoto è infondo plastica. Perchè il cavallo non lo avevamo, ma il cappello era il mio sogno.
Perchè non so se l'ha detto nessuno a Cavalli, ma Miami vice non lo girano più.

mercoledì 17 dicembre 2008

Tratto da una storia vera

Posto scritto e letto da e per un mio amico.
C'ho trovato quasi tuttoa partire dagli occhi lucidi:

"MAI + BISCA CLANDESTINA DA QUALCHE PARTE.... PERCHE' IL NATALE PER ME E' SEMPRE MENO DOLCE PER COLPA DI QUELLE 40 ZOCCOLE!!! :-)
VI ODIO MA VI AMO
MA ANDATEVENE VIA
MA TORNATE PRESTO
MA CHI VI CI HA MANDATO
MA MI RACCOMANDO RISPONDETEMI
MA LIMORTACCI MA VA A CACA SEMPRE CON STE CAZZATE... "

Carte

O entrano o non entrano.
Puoi rischiare riprendendo un buco per fare il quarto che non la vuole scaricare, oppure bluffare con la tattica del niente cambio carichi. Metafora della vita non so, perchè sotto l'otto tutti abbiamo il diritto di non giocare.
Però col sei ed il due che fai! Sul tavolo, ammetto la pecca, sto servito. Culo. Puro e semplice.
Si può filosofeggiare fino all'infinito, la verità è che tra le carte e la vita l'unico minimo comune denominatore sono i compagni di tavolo.

martedì 16 dicembre 2008

Considerazioni sotto l'albero

Giornata di passeggiata.
Sotto la pioggia che credo mi segua e senza ombrello perchè, pur non avendoli persi, li ho dimenticati tutti da qualche parte. Torneranno vedrete.
Aspettando il colpo di genio che tarda ad arrivare, neanche fosse il treno che da Napoli Centrale mi dovrebbe portare a destinazione, mi rendo conto che le gioie son altre, che le rendite son cosa proficua ma solo per gli altri e che l'acqua bagna.
Non mi incazzo più, e questo mi dispiace.
Respiro male causa influenza, ma l'avvicinarsi di un pò di giorni di serenità mi riempie.
Si inizia stasera con la vecchia ricetta che è sempre la migliore.

sabato 13 dicembre 2008

L'importanza di un'ottima colonna sonora

Amy di prima mattina, aspettando il treno. Poi, visto che essendo sabato di posto a sedere sul treno ce n'è, mi metto seduto a contemplare Frank. Ma l'emozione finisce presto. A Termini servono gli Evanescence con un My Immortal d'apertura. Mancano dieci, forse quindici minuti a destinazione. E' il momento dei Coldplay. Nell'uscire dalla fermata di San Paolo il mio lettore s'è un pò rotto dei cambi di ritmo. Qualche centro metri da godersi a piedi, senza la pioggia di queste mattina. C'è il tempo per un Rino Gaetano da riscoprire.
L'esperimento m'è piaciuto.
Il ritorno è sulle stesse note.
Prima Cramberries e poi Gelato al limon e Bartali mi riaccompagnano fino alla stazione ferroviaria. Dopo Sinatra ecco Paolo Conte. Poi c'è una buona mezz'ora di paesaggio ed allora ecco i Negramaro che qualche pensierino in mente me lo fanno tornare. Anche il viaggio di ritorno è quasi finito. Mancano pochi metri, giusto il tempo per un Venditti da cantare.
Ogni canzone un pensiero.
Andata e ritorno in poco più di 70 minuti.

martedì 9 dicembre 2008

Ernest

Vorrei scrivere cone lui, almeno un atto di citazione non mi sembrerebbe la divina commedia!
Che poi allegoricamento forse lo è.
Pensate gente, pensate.

mercoledì 3 dicembre 2008

Allenamento

Lunedì, Mercoledì e Venerdì.
Non credo aiuti il fisico, soprattutto se continuo a mangiare cioccolata appena uscito dalla doccia, ma lo spirito si. Pausa di qualche giorni, per me e per chi ogni tanto cerca di leggere.
Ne ho bisogno, per raccogliere le idee, cercare gli spunti della punta o del dieci a seconda.
Stanco questa sera. Dei pensieri, delle parole, delle opere e delle omissioni.
Buonanotte.

Chiamate non risposte

C'ho impiegato tutto il tempo dell'adolescenza, ed ora che credo di averla passata, mi rendo conto di dover fare molti altri passi in avanti. Mi sto accettando per come sono.
Non è che abbia mai voluto essere veramente qualcun'altro, è che ho sempre sperato di poter correggere i miei difetti. Prendendo esempio, spunto.
A quasi venticinque anni suonati, sono arrivato forse per la prima volta alla conclusione che non è umano. L'onestà di ammetterli, di conviverci e di costruire i rapporti di cui mi importa qualcosa alla luce di tali grossi limiti è l'unica strada per una sincerità che vorrei trovare. Credo mi darebbe quella pace che cerco. Altresì credo che quando uno ha finito gli appelli a se stesso e messo male.
Mea culpa nei casi in cui non l'ho fatto. Spero di provvedere per il futuro.


martedì 2 dicembre 2008

Premetto

che di botte di culo, via via, nella mia vita ne ho avuto abbastanza.
Naturalmente ho avuto anche botte di merda di cui ancora oggi riesco a darmi poca spiegazione (l'anima in pace mai!). Di curve e di linee, di picchi e di bassi. I ragionamenti di questi giorni ruotavano attorno a questo. Non credo sia un caso. La fortuna voglio sperare che aiuti davvero gli audaci.
Sono felice e pensieroso, sereno e preoccupato, innamorato e sorpreso.
Sensazioni senza distinzione, che si mescolano e creano una sorta di fumus boni juris tale da regalarmi scariche di adrenalina e sensazioni che da sole valgono la pena di tutto.
Ovviamente apprensivo, del tuffo carpiato che come coefficiente di diffocoltà sembra alto, ma solo a sguardi molto molto attenti.
Occhi che ho sempre in mente, un'udienza domani mattina in un posto che mi ha colpito come pochi ultimamente, la felicità di avercela fatta per il rotto della cuffia, la sincerità di riconoscere il culo degli aspiranti migliore.
Già sento la mancanza di una convivenza con me stesso appena trovata. Di quei tempi non miei ma che lo stavano per diventare.
Pioggia mentre tornavo. Molta, pesante e forte.
La fortuna di poterlo fare, soprattutto questo. A poco più di 700 giorni di distanza da quella volta che misi una tuta che poi, forse per timore, non ho gettato ma solo messo da parte, sempre pronta.
Non lo è mai stata a dire il vero. Uno dei pochi casi in cui l'apparenza diventò / può diventare sostanza. Lascio fuori molte cose, come i battiti e i cenni, attesi o finalmente apprezzati.
Fiducia nel disegno superiore che spero sia stato approvato dalla Giunta.
Sopratutto attesa. Di vivere quelle stesse emozioni che in qualche raro momento di non lucità ho iniziato a provare senza motivo. Ora i motivi ci sono.

lunedì 1 dicembre 2008

L'arcobaleno

Apparso davanti a me, quasi dal nulla.
Prima con i suoi colori un pò troppo sfumati per diventare traccia, poi invece sempre più lui. Mi ricordo di aver detto: indicato, viola, blu, giallo, rosso. Si vede che non era ancora un arcobaleno per grandi. L'ho seguito, con un sottofondo rumoreggiante come solo Vecchioni e Conte sanno arrangiare. Ho trovato anche la pentola, che dopo aver visto da vicino, ho capito non esser di un irlandese doc. Se spettasse a me affermarne la proprietà direi Pandora. Qualcosa mi dice che alla base della leggende c'è una res nullis. Chiudo bene bene il pentolone, un pò di ceralacca a sigillo del tutto e si riparte. Non c'era oro dentro ma pensieri con diversi punti alla fine. Quasi certo che l'oro si trova nelle risposte che prima o poi mi e Vi darò.
Per ora salto in macchina, cambio genere chiedendo a Bruce una mano, e pur non ingnorando faccio finta. Poi arriva la Gianna che con pochi e ben assestati colpi risolve la situazione.
Un mal di testa di quelli che era da un pò che non avevo. Tutto sommato non male per una mezz'oretta scarza di onestà con se stessi.