mercoledì 30 maggio 2012

Foglia, si muove. Allora vento a soffiare

Vada per ciò che esiste in natura. Zenzero a parte. Scorre la sabbia come se fosse tempo. Uso la notte per pensare e per riposare. Più la seconda della prima. Inizio a chiedermi che sensazione si prova a non svegliarsi ad un orario predefinito. Forse per questo l'accumulo, la vita. Entrate che non ho. Ho progetti però. Son ciò che mi permette di star sempre a galla. Nuotando verso di loro anche se l'acqua non è il mio elemento. Avvertire l'esigenza. A volte vorrei essere confuso. Sensazione che mi si descrive affatto piacevole. Vorrei vedere Brera. La pinacoteca ovvio, ma anche l'università. Lo juventus stadium. Il condizionale è d'obbligo. Consigli difficili da seguire. Non si tratta nè di predicare nè di razzolare. L'accento giusto si volgerebbe dall'altro lato. Questo maschile si apostrofa. Chissà per che. Flusso di coscienza, credo. Accento giusto stavolta. Foglia, si muove. Allora vento a soffiare. Il rammarico di non aver mai viaggiato, la quiete nel sapere che mi riposo mille e mille volte di più nel salotto di casa. Strano per me. Fuori dal tempo che tanto mi piace misurare. Convertito all'oro giallo. Non perchè mi piaccia, anzi. E' la realtà fattuale. Voglio lavoro. Checché se ne dica, rende liberi.

mercoledì 23 maggio 2012

C'è che Roma porta con sé - sempre - la domanda di cosa avrebbe potuto essere. C'è che il viaggio in treno svela sempre e comunque il suo innato piacere. Rinnovo la convinzione di trovare piacere e soddisfazione nell'avere una meta. Penso, senza guardarmi indietro, che nulla al mondo, lutto o sorriso, mi convincerà mai a ri-pensare a chi o checchesia. Se non sono un gambero un motivo ci sarà.
Ed allora ben venga il risorgimento in piazza, i preparativi per l'udienza del papa nella quale, giudice unico, si rinvia di mercoledì in mercoledì. Uno studio diverso dal mio. Uno studio che non somiglierà mai al mio. Sono l'abito che indosso. Con le cifre. Unici colori di riferimento cintura e scarpa. Sono unico. Ho i miei dubbi sia un'accezione sempre positiva. Sono uno. Ne convengo. Sfonderò. La barricata, lo scetticismo. Trovo sia questo il mio sangue. La sete, poi, è altro. Pensavo fosse di conoscenza. Sbagliavo. E' di serenità. La felicità lasciamola al futuro. Impaziente. Veloce nei pensieri, nelle emozioni. Faccio sogni giganteschi che si contrappongono alle mie piccole realtà.
dimensione da trovare. sto bene. sto gran bene.

giovedì 10 maggio 2012

Godo l'amaro che mastica chi pronostica la fine della mia vitalità

Con in testa i Rem e la loro Bad Day. Profano della lingua inglese, continuo a stupirmi di quanto tra il senso delle parole e la loro percezione passi un'altra realtà. Curioso per natura. Traduco, ok si, cerco su google la traduzione, di Chelsea Dagger. Mi piace ancor di più l'ossimoro tra il senso ed il ritmo.
Preso dall'ultimo invito di un progetto che si presenta nel nome della verità. Trasferta romana alla ricerca di Nemo. Un fratello regista che dopo mesi nei quali l'ho cercato si fa vivo con un "Amico mio, ciao". L'avrei strozzato. Errata corrige, lo farò. Adoro Brera. Si, ok. Oggi si. Sento il sole che scalda. Oggi ci credo. M'immagino la sala riunioni di giovedì. L'abito fa il monaco, le forme fanno la sostanza. Innegabilmente almeno in parte. Son così se vi pare. E'.

domenica 6 maggio 2012

Il giorno dell'indipendenza

Ringrazio di poter scegliere le persone alle quali dover dire grazie. L'indipendenza, la libertà, inizio a credere stia in ciò. La differenza vera è quella che si prova nel fare la stessa cosa per dovere di oppure per il piacere di. Qui, inizio a credere, c'è il mio limite. Non voglio cazzi di altri se non quelli di coloro ai quali grazie ho scelto di dirlo per il resto della mia vita. Compreso iago, s'intende. Le mie difficoltà sono le stesse di ognun'altro. Cambia il peso specifico che avverto, il numero di sinapsi che passano tra la mia materia grigia. L'accidia è il peccato che più di tutti mi somiglia. Finirò nel suo girone se il contrappasso non viene dato per incostituzionale.
Penso alla morte, al percorso per arrivarci. Penso alla paura di ciò che non si conosce. Penso all'imponderabile. I limiti esistono. E' la nostra capacità a sviare che ne da il metro. Gioco il due e ribusso. Perchè alla fine della fiera, ciò che conta è il momento che sta per venire.