lunedì 18 ottobre 2010

Layla di Eric Clepton

Oggi godo nella luce riflessa di chi sta scavalcando i cinquanta metri, giro di boa. Se davvero la mia gara si fosse trasformata in maratona da cambiar c'è la tattica ed il fiato. Scosso dal groppo in gola della telefonata, ad immagine e somiglianza del valore. E' così che funziona. Con i miei occhi vedo ciò che vorrei, semplicità. I colori a rappresentar la voglia di emergere. Nesquik. Dientro al barattolo un mio quadro. Idee. Basta saperle ascoltare. Fucina, non cucina. Le mie capacità han bisogno di esser continuamente testate. La voglia di dimostrare a tirar il carretto. Son così, se ti pare.

mercoledì 13 ottobre 2010

Musica maestro

Nel metodo ritrovo me stesso; coltivo la mia fantasia e do aria al fuoco della progettazione. Oggi son sulle mie contraddizioni. Ho un carattere pragmatico, riservato e svolgo un “lavoro” d’ufficio. Mi piace la dialettica e forse per questo ho a che fare con Giudici, atti e clienti. Riesco ad esser deciso e ad esserlo con gentilezza. Penso di esser costante, mi sento costante. Direi che quest’ultima è la cosa più importante. Ho perso ciò su cui ho investito. Credevo allora nelle prove del cognome, come nelle promesse. Tutte le promesse, pure quelle a venire. Oggi non mi sento di averle messe in dubbio. La differenza tra le emozioni ed i sentimenti sta nella temporaneità delle prime rispetto alla fermezza dei secondi. Ascolto Simon & Garfunkel al momento, ma acdc e Paolo Conte sono in programma per la serata. Adoro avere sogni ed idee. Amo lavorare per farli diventar progetti. Vivo per realizzare i miei progetti. Oggi manca questo. Seguo la strada che scelsi tempo fa, senza poter arrivare a veder costruito il pensato e lo sperato. Sento l’emozione che sale. Ci penso, ho gli occhi lucidi. Ed allora sia.

martedì 12 ottobre 2010

Martedì

Oggi sento il peso e la leggerezza.
Testa bassa e passi distesi per un cammino che non conosco, le certezze che vendo e le insicurezze che nascondo. Mi piace credere che alla fine della fine ciò che si è equivale ha ciò che si vende agli altri. Io per primo non lo faccio. L'ho fatto poche volte e, benchè mai pentito, ne ho pagate care le conseguenze. Non discuto sui principi perchè ritengo che così come non riesco io ad esser compreso, poco di diverso potrei fare. Mi fido, e qui sta il primo passo falso, di ciò che mi si mostra e si dice. Non ho imparato a voler bene. Maleducato in questo. Lo so fare come m'è naturale, ma mi vedo da fuori e somiglio al ragazzo di campagna di Pozzetto. Niente di male, per carità; certo avrei potuto dare, fare e riceve molto di più. Oggi son felice. Lo sento soprattutto dal vuoto della mancata condivisione. Un pò di giorni fa sono arrivato alla conclusione che la mia grossa parte di me era molto più grossa e importante di quanto l'essere umano sia, generalmente, abituata ad osservare. Son felice e m'importerebbe solo di condividerlo con chi credo, ancora oggi, conditio sine qua non. Ovvio che si va avanti. Nuova strada, altre suole.
Affronto le giornate a modo mio, questo mi piace. Rivendico le mie battaglie, sono libero. E' così che mi sento. Non m'è mai piaciuta la libertà assoluta. Non so fatto per questo. Ed allora godo al dirlo tra le righe, al fatto che in quanto chiamato a testimoniare, non ho la libertà, appunto, di scegliere il regalo.