domenica 8 marzo 2009

Carsulae

Foresta fossile.
Credo fossi in quarta, al massimo in quinta elementare. Ricordo che mi stupì il fatto di come il legno pressato nel corso degli anni si trasformi in diamante e del fatto che esistono resti di piante giganti. Il ricordo più bello è però quella foto. In pieno stile buoni sentimenti e fiducia che i legami non si modificheranno nei decenni.
Oltre al me altri quattro in quella foto. Data ed immancabile firma sul restro, con l'inciso "tra venticinque anni".
Lì ho persi di vista tutti. Non con tutti ho perso il legame.
Uno sta facendo casa. E per facendo ci tengo a precisare, se la sta costruendo. Da solo. Con le mani ed il sudore, con la voglia e con l'ingegno che già allora erano le sue qualità più evidenti.
Non lo sento neanche per le feste comandate, lo vedo una volta all'anno quando va bene. Ciò non ha cambiato le cose.
L'altro è cambiato. E di quei cambiamenti sono stato per grosso tempo fortunato testimone.
Gli anni della adolescenza hanno lasciato il segno. Cresciuti agli antipodi ma la partita di calcetto, ed il numero del telefono di casa non sono mai venuti meno.
Ecco, forse il segnale dell'intensità delle cose si misura pure da questo. Se chiami uno al telefono di casa vuol dire che quel rapporto è diverso.
Lo è soprattutto ora che non lo so dov'è e cosa fa.
Lo è ora che da mezz'uomo di preoccupo e lo chiamo, ma al cellulare. Credendo che i pomeriggi passati imparando a suonare chitarra e piano, non riuscendoci, si potessero trasformare in caffè e pause varie.
Il messaggio non mandato a me apre una buona quantità di domande.
La strana impressione che quelle espressioni del viso le sappia interpretare come pochi altri . Timore di sbagliarmi.
Più che preoccupato indeciso sul da farsi.

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