mercoledì 21 gennaio 2009

Pagina 69

"doppiato per potenzialmente possedere qualcosa di potenzialmente mio, e ancora costretto a non possedere, a considerare non mio quindi potenzialemnte altrui ciò che potenzialmente sto possedendo. Il dolore di dover sopportare che il potenzialmente mio sia potenzialmente altrui, o, per quel che ne sapevo, altrui magari anche di fatto, questo goloso geloso dolore è uno stato di tale pienezza da far credere che l'innamoramento consista tutto solamente nel dolore, cioè che la golosa impazienza non sia altro che gelosa disperazione, e il moto dell'impazienza non sia altro che il moto della disperazione che s'avvita dentro se stessa facendosi sempre più disperata, con la facoltà che ha ogni particella di disperazione di sdoppiarsi e disporsi simmetricamente alla particella analoga e di tendere a uscire dal proprio stato per entrare in un altro stato magari peggiore ma che dilanii e dilaceri questo.
In questo tira tira, tra i due vortici, ci si andava formando un intervallo, e fu questo il momento in cui il mio stato di sdoppiamento cominciò a essermi chiaro, dapprincipio come una divaricazione della coscienza, come una specie di strabismo della presenza, del senso di presenza di tutto me stesso, perchè non era solo il nucleo a essere interessato da questi fenomeni, già sapete che tutto quel che capitava lì, nei bastoncini del nucleo, si rifleteva in quello che succedeva nell'estensione della mia affusolata persona fisica, comandata appunto da quei bastoncini. Così anche le mie fibre di citoplasma s'andavano concentrando in due direzioni opposte e assottigliandosi nel mezzo fino al punto che sembrava che io avessi due corpi uguali uno ad una parte uno dall'altra collegati da una strozzatura che si affina si affina fino a diventare filiforme, e in quell'istante ebbi per la prima volta la coscienza della"

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Dott. Betti,
Le ricordo che se non cita la fonte cui attinge sta commettendo un reato di plagio, e non bastano le virgolette! Quindi, prima che io segnali questo spiacevole avvenimento alle autorità competenti, veda di provvedere.

Cordialmente

Eleonora

Ric ha detto...

Ergo Lei, mi egregia anonima Eleonora '84 non crede che queste parole possano esser mie. Uscite dalla mia penna! Questo oltre che ferirmi mi indigna. Come uomo, come culturista, come letterato e soprattutto come giovine che si avvicina alla vita, crudele e infame!
Cordilmente una benemerita.

Ric.

Ps. Italo Calvino, Ti con zero.

Anonimo ha detto...

Invero, ritengo che se c'è qualcuno che deve essere indignato, quello è la mia persona nella propria dignità di segnalatrice e cittadina che paga le tasse (?!) e rispetta le leggi (??!?). Indi per cui, le comunico che avrà notizie dal mio avvocato.
Che sei tu.
Best wishes

Eleonora '84

Ric ha detto...

Ok! Mi scrivo da solo allora. Poi però la parcella te la mando lo stesso.