domenica 7 settembre 2008

E che gli dici?!

"Il processo delle raffinerie si aprì alla grande: giornalisti, telecamere e folto pubblico. Lo schieramento dei difensori era numeroso e molto qualificato. Le eccezioni preliminari, per tentare di far saltare il processo, furono come sempre il primo cavallo di battaglia della difesa. Ascoltai con la dovuta attenzione le argomentazioni dei difensori rendendomi conto, a mano a mano, che salvo approfondimenti nessauna era fondata. Tranne una forse. Quando venne il momento di esprimere il mio parere, chiesi al tribunale una pausa di almeno un'ora per articolare la mia replica. L'evidente dissenso manifestato dagli avvocati non impedì che la sospensione venisse concessa.
Andai a chiudermi nella mia stanza. Consultai codici commentati e riviste di giurisprudenza e trovai subito la conferma ai miei sospetti. Almeno tre, se non quattro, delle eccezioni sollevate erano, per dirla con Fantozzi, davvero delle "boiate pezzesche". Le altre erano superabili. Una, purtroppo, si confermava fondata e, sia pure per una questione meramente formale, rischiava di bloccare il processo. Bisognava inventarsi qualcosa per parare la botta. Tornato in udienza, presi la parola partendo dalle "boiate". La tirai per le lunghe apposta, adoperando toni sempre più irridenti mentre snocciolavo dotte argomentazioni dottrinarie e giurisprudenziali, che demolivano la fondatezza delle "boiate". Le quali in quel momento mi guardai bene dal definire tali. Quando mi sembrò di essere riuscito a creare una palude di autentico sarcasmo, con brevi e sintetici riferimenti, vi immersi le altre eccezioni, comprese quella fondata. Come avevo sospettato, di lì a poco la vidi annegare. Dopo una breve camera di consiglio, il tribunale emise un'ordinanza con la quale lasciava la difesa a bocca asciutta. Il processo era salvo."


Giuseppe Ayala, Chi ha paura muore ogni giorno.

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