mercoledì 20 giugno 2012

sovrastrutture (assenza di)

L'errore sta nel tendere alla sostanza senza aver la minima premura della forma. Ossimoro per chi, come me, è orgoglioso di ognuno dei suoi vezzi. La difficoltà di infischiarsene delle sovrastrutture, ritenendo d'apprezzamento solo la costante ricerca di se e - se proprio si deve - dell'altro.
Nient'affatto cinico. Il punto di vista varia al variar dell'angolo d'osservazione. Sento il rumore dell'accelerazione.  Siro ne riconoscerebbe il preludio dal turbinio di foglie che s'iniziano ad alzare.
C'è che un amico nel paese delle meraviglie ha chiamato la torre di controllo. Huston, c'emo un problema. Alla fine della fiera i trecento metri si son trovati un muro in mezzo. C'è che mi gioco la mia chance. M'accetto. Penso di dover lasciare il segno. My way come canta(va) Frank. E sia.
Gioco le mie carte. Penso e dunque parlo. L'essere è altro.

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