lunedì 10 ottobre 2011

Mou sarebbe orgoglioso di me...

Uno tituli.
Forse la ragione di tanto silenzio. Più probabile la ragione dell'ispirazione altrove. Ed allora non è questione di trovare minuti che troppo spesso abbondano, nè di pensare pensieri che è attività, per fortuna, incessante. E' l'essere fisso sull'obiettivo. Uomo in carriera in un certo qual modo. Ma way. Nessuno dice pure Free way. Come Ponch sulla moto.
Pensavo di essere sempre venuto meglio come amante che come prima scelta. Vivo il venerdì sera d'evasione al Joyce, con entrecote di Angus e negroni. Vivo l'aperitivo del sabato con chi credo avrebbe potuto essere. Vivo il rientro a casa come liberazione. Vivo e, ora, lascio vivere. Trovo intangibile la domenica. Ritrovo il mio cane ad aspettare il momento della passeggiata. Ritrovo serenità nel riappropriami del mio tempo. Trovo il gusto nel Conte di Montecristo e riscopro titolo che vorrei leggere. Dipingo. Perchè ora è la fantasia a ritornare.
Nonostante questo, vado ancora di mille interrogativi. La mia carriera deve ancora iniziare. Sono un cento metri dietro alla partenza. A ventotto anni da compiere tra poco, è un pò pochino. Cambia poco. Cambia nulla per dir la verità.
Ridi stronzo. Perchè è così che si fa. Perchè l'ottimismo non è un profumo. E' una formula segreta. Perchè la reazione è un modo d'essere. Ed io voglio essere. Voglio essere l'appartamento davanti al Morlacchi. Voglio essere ciò che sento possa trasmettere ciò che sono. Non vuol dire nulla. Lo so.
Welcome to the jungle.

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