mercoledì 26 agosto 2009

Per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare!

Neanche troppa necessità di tempo per spiegare gli eventi. Il ritardo della conversazione è dovuto solo ad attività varie ed eventuali. C’est la vie.
Ripercorriamo il cammino, non all’indietro perché poco vedrei, ma neppur senza troppo scrutar lontano nella nuova direzione. La vista è sempre la mia, ovvero quello che è.
Stelle cadenti alle quali affidare indicibili sogni. Il sogno di una notte di mezza estate passata su di un’isola dispersa dove non preoccuparsi di cosa ho ai piedi. Ciabatte stile mio papà più che altro.
Lo strano piacere del chilometro delle sette e trenta senza Lei, il freddo del mattino nient’affatto grigio di paese, etc. etc..
Lo strano incredibile malessere nel non sentir la sveglia delle 6.52 perché bene che vada è già dalle 6.14 che la sto controllando. Non voglio che suoni. Non voglio sentire quel rumore che mi dice di alzarmi. Preferisco farlo da solo. La carico tutte le sera, vero. Solo per sicurezza. Non sono solo e non posso pensare solo per me.
Paternità soddisfatta solo quando di piedi ne avrà due, sarà di specie identica alla mia e di mio avrà cromosomi e altezza. Vista, udito ed intelligenza spero gli vadano meglio.
Appagato invece l’indescrivibile colore di qualche attimo. Che in quanto tale non sto qui a dire.Spighe sulla brace? No grazie, le preferisco dentro la brace. Con un po’ di sale a dar sapore e un bicchiere di Coca-cola. Meglio se Fanta

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