lunedì 27 aprile 2009

Che una rondine faccia primavera mi può stare pure bene, ma con tutti stì nuvoloni capisco pure che stia bene dov'è stata finora

Lina W. m’avrebbe fatto i complimenti più sinceri per il titolo.
Ne sono certo.
Mi chiedevo chi glielo fa fare, alla rondine poverina, di uscire dal nido e di iniziare a svolazzare a destra e a sinistra tutte le primavere. Sempre con l’ansia che per quanto può esser sveglia e veloce nello sbatter le ali, un gufo qualsiasi o al posto suo ogni altra attività, varia ed eventuale, rovini la (sua) di primavera.
Fosse una sopravvissuta dello scorso anno capirei di più la voglia; perché di termini di paragone ne avrebbe davvero pochi, così come di aspettative, ma se fosse una di rondini quelle che di primavere ne han viste, e ne vorrebbe ancora vedere, un bel pò, mi chiedo quale sia la molla.
Perché riflettendo, la rondine ha molto più sapiens nel suo istinto di quanto io, ad esempio, potrò mai avere nel mio. E proprio per questo vorrei tanto capire.
Credo che in fondo anche lei, alla fine di ogni estate, abbia imparato qualcosa che l’anno prima non sapeva.
Chessò io, che il tipo migliore di vermi sta sempre e solo nel campo del vicino, che l'altra vicina di nido sbatte le ali a quel modo nonostante tutte le piume perse, che la gazza con il nido a due alberi da lei è eufemisticamente chiamata ladra, cose così.
Allora perché sempre a primavera si sveglia e (ri)fà le stesse cose?
A voler esser fatalisti risponderei perché così è;
ma visto che voglio esser qualunquista per questo dico che è così per via dell'essere la rondine una brava rondine, che va di certezze e che solo le certezze si alimenta.
La beffa sarebbe semmai il venir a conoscenza che l'unica certezza fosse solo il rapace di cui sopra: sarebbero piume amare per tutti.

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